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Zaira Libretto

ZAIRA

Tragedia lirica in due atti di Felice Romani, musica di Vincenzo Bellini

Prima Esecuzione il 16.5.1829 Teatro Ducale, Parma

 



PERSONAGGI
Musulmani:
Orosmane, Sultano di Gerusalemme, Basso
Corasmino, Visir, Tenore
Zaira, Soprano
Fatima,  Schiave del Sultano, Mezzosoprano
Meledor, Ufficiale del Sultano,Basso

Francesi:
Lusignano, Principe del sangue degli antichi Re di Gerusalemme, Baritono
Nerestano, Contralto
Castiglione, Cavalieri Francesi, Tenore
Cori e Comparse, Uffiziali del Sultano, Guardie, Schiavi e Schiave, Odalische,
Cavalieri Francesi

La scena è in Gerusalemme nell'Harem del Sultano.



ATTO PRIMO

 

 

 

 

 

SCENA PRIMA

Magnifica Galleria che mette all'Harem del Sultano: di fronte ampia gradinata che conduce a lunghe logge praticabili, adorne di vasi di fiori e di profumi. Altre gradinate dalle parti comunicano con le logge e con gli appartamenti superiori.

È festa nell'Harem, e si celebrano le vici-ne nozze del Sultano con Zaira. Esco-no da vari lati gli Schiavi e le Schiave: al suono

di orientali strumenti le Odali-sche intrecciano danze: gli Eunuchi ar-dono profumi: tutti cantano il seguen-te

 

INNO

DONNE

Gemma, splendor di Solima,

Bella, gentil Zaira,

Qual cor più schivo e indomito

Ti vede e non sospira?

 

UOMINI

Sembiante a vergin Uri,

Premio dei dì futuri,

Fede tu fai del giubilo

A noi promesso in Ciel.

 

DONNE

Ma chi sarà  fra gli uomini

Diletto al Ciel cotanto,

Ch'ei sol riporti, o Vergine,

Di possederti il vanto?

 

UOMINI

Egli è il Sultan possente,

È l'astro d'oriente,

Delle battaglie il folgore,

Terror dell'infedel.

 

TUTTI

A che pudica e timida

Stai nel tuo velo ascosa?

Non può sottrarsi al zefiro

La vereconda rosa:

Invan celar si sforza

Nella sua dura scorza

Conca del golfo persico

Le perle al pescator.

L'Eroe ti vede, e fervido

Di te desio l'accende;

Già  nell'Harém recondito

Letto d'onor t'attende.

O de' Credenti speme,

Ambo splendete insieme;

Sia desso il Sol di gloria,

L'astro sii tu d'amor.

(Ascendono le gradinate ed entrano nell'Harem).

 

SCENA SECONDA

Corasmino con seguito di Ufficiali Mu-sulmani.

 

CORO

Odi tu? Già  suona intorno

Lieto canto nuziale.

 

CORASMINO

L'odo, ah! l'odo. - Oh! in qual ritorno

Dì d'obbrobrio, dì fatale!

 

CORO

Una figlia de' Cristiani

Sovra il trono de' Sultani?

 

CORASMINO

Mentre accinto a nuove offese

Varca i mari il Re francese,

Qui d'amor deliro e insano

Orosmane languirà ?

 

CORO

Qui la legge del Corano

Una schiava offenderà ?

 

CORASMINO

Per chi mai, per chi pugnasti,

O mio duce, o Noradino!

Dell'impero che fondasti

Fia pur questo il rio destino?

Tralignato e cieco figlio

Al tuo trono insulterà ?

Deh! tu ispira a lui consiglio,

Non soffrir la sua viltà !

 

CORO

A' tuoi detti, o generoso,

Di furor, di duol siam pieni.

A che resti neghittoso?

A vendetta, in campo vieni.

 

CORASMINO

A vendetta? no: giammai.

Al Sultan mia fè giurai:

Altra via miglior di questa

Un Eroe ci renderà .

 

CORO

E la speri? e ancor ci resta?

 

CORASMINO

Il mio zel la troverà 

Sì, d'un furor colpevole

Non ascoltiam l'impero:

L'indegno nodo a frangere

Lasciate all'amistà .

Non fia che tardi a sorgere

Lo spirto suo guerriero;

E d'Occidente ai popoli

Spavento ancor sarà .

 

CORO

Speranza in te, magnanimo,

Ripone un regno intero:

Non renda il fatto inutile

La nobil tua pietà !

(Si dividono, e partono da vari lati. Corasmino s'innoltra verso l'Harem).

 

SCENA TERZA

Zaira e Fatima.

 

ZAIRA

Della mia gioja a parte,

Fatima, non sei tu? Muta e pensosa

Vedrò te sola in questo dì ridente?

Favella.

 

FATIMA

Io volgo in mente

I dì che più non sono, i dì che meco

Abborrivi il Serraglio, e col desire

Volavi in Francia del Guerrier sull'orme

Che di spezzar giurò le tue catene.

 

ZAIRA

Molto il Guerrier giurò, nulla mantiene.

Un anno intero è corso

Da ch'ei fu sciolto, e più di lui novella

Non s'intese in Soria. Lieto alla corte

Del Re francese, del Giordan le rive

E i franchi prigionier pose in obblìo.

 

FATIMA

Zaira!... E s'ei tornasse?...

 

ZAIRA

Ah! nol desio.

A che guidarmi in Francia? Orfana io sono,

Miei padri ignoro, e della patria antica

Io non possiedo che quest'aureo segno

Della Fede di Europa.

 

FATIMA

E a questa Fede

Nata sei tu: quel sacro segno è impresso

Sulla tua fronte ancor... e tu ti appresti,

Cieca fanciulla, a rinegarlo in braccio

Di un Tartaro crudel, di un oppressore

Della tua Legge?

 

ZAIRA

La mia Legge... è amore.

Amo ed amata io sono

D'amor qual vampa ardente;

Più di ragion possente

Ei m'empie il cor di sé.

Egli mi è speme e vita;

Egli mi è scorta e lume;

E mio soltanto il Nume

Che nol contende a me.

 

FATIMA

Taci: vaneggi, o stolta.

Ch'io più non t'oda.

 

ZAIRA

Ascolta...

 

FATIMA

Lasciami.

 

ZAIRA

Ah! no... perdono...

Non mi scacciar da te.

Amo ed amata io sono

D'amor qual vampa ardente;

Più di ragion possente

Ei m'empie il cor di sé.

 

SCENA QUARTA

Ricomincia la musica dall'Harem: ri-compariscono gli Schiavi, le Odalische, gli Eunuchi.

 

CORO

Suoni di gioja il cantico:

Viva Orosmane! ei scende.

 

ZAIRA

Odi?... Il Sultan... Qual palpito,

Quale tremor mi prende!

 

FATIMA

Vieni: all'Harém riparati:

Fuggi...

 

ZAIRA

Fuggir? Perché?

Non è, non è tormento

Il palpito ch'io sento:

È forza del diletto

Che già  m'innonda il cor.

Del core egli è il trasporto

Che anela al caro oggetto,

Che a lui sen vola assorto

In estasi d'amor.

 

FATIMA

Ahi lassa! in te non sei.

Ti arrendi ai preghi miei,

Meco ritratti.

 

ZAIRA

Ah! lasciami.

 

FATIMA

Vedi!... tu tremi ancor.

 

ZAIRA

Del core egli è il trasporto

Che anela al caro oggetto,

Che a lui sen vola assorto

In estasi d'amor.

 

CORO

Luce del nostro cielo,

Da te rimovi il velo;

Del tuo ridente aspetto

Allegra il tuo Signor.

 

SCENA QUINTA

Orosmane e detti.

 

OROSMANE

Zaira, i bei concenti,

Gl'inni, le danze e gli odorati serti,

Onde il tacito Harém si allegra e abbella,

Dell'amor mio per te sono favella.

 

ZAIRA

(Oh cari accenti!).

 

FATIMA

(Ahi! come

Sottrarla al seduttor!).

 

OROSMANE

Te sua Sultana

Già  saluta la Siria, e tal sarai

Senza temer rivali a tua grandezza;

Ch'io dalla vil mollezza

D'Oriente rifuggo, e nel mio core,

Disgiunto da virtù non entra amore.

Dopo la gloria io t'amo

Sovra ogni cosa in terra, e amar mi déi

Sovra ogni cosa tu. Se pari al mio

Fuoco non t'arde, non pensar ch'io voglia

Tiranneggiar crudel gli affetti tuoi.

Libera ancor tu sei... parlar tu puoi.

 

ZAIRA

Signor!... Che dir poss'io

Che tu non sappia?... dell'umil tua schiava

Appien leggesti ogni più chiuso affetto,

E...

 

SCENA SESTA

Meledor e detti.

 

MELEDOR

Offrirsi al tuo cospetto

Chiede lo schiavo, che partir per Francia

Lasciò la tua pietà  sulla sua fede.

 

OROSMANE

Guidalo.

(Meledor parte).

 

ZAIRA

(Oh Ciel! in quale istante ei riede!).

 

SCENA SETTIMA

Nerestano con seguito e detti.

 

NERESTANO

Generoso Sultano, i giuri miei

A scioglier vengo e i tuoi: reco il promesso

Di Zaira riscatto, e insiem di dieci Cristiani

Cavalier servi in Sorìa.

Io, povero qual pria

E oscuro Cavalier, nulla potendo

Offrir per me, quando per altri io dono,

Riedo alle mie catene, e lieto io sono.

 

OROSMANE

Men generoso, o Franco,

Io non sarò di te: cento a tua scelta

Rivedran Cavalieri il patrio suolo.

Un sol n'escludo:

 

NERESTANO

Un solo!

E il nome!

 

OROSMANE

Lusignan. Egli discende

D'odiata stirpe; ai Musulmani è in ira.

Schiavo in Siòn morrà .

 

NERESTANO

Lasso... e Zaira?

 

OROSMANE

Prezzo non v'ha che basti

A riscattar costei.

 

NERESTANO

(Che ascolto!) E un dì giurasti

Sciolta mandar pur lei.

 

OROSMANE

Passò quel giorno, o Franco:

Or d'Orosmane al fianco

Lieta sen vive, e tale

Che a lei ventura eguale

Né tu; né re d'Europa

Potrebbe in terra offrir.

 

NERESTANO

Lieta!

 

ZAIRA

(A soffrir capace

Gli sguardi suoi non sono).

 

NERESTANO

Fia ver, Zaira?...

 

OROSMANE

Audace!

Trascorri omai.

 

NERESTANO

Perdono.-

Nata alla Fede istessa,

Suora d'amor mi è dessa...

Senza dolor non posso

Lei musulmana udir.

 

OROSMANE

Schiavi, non più sospenda

Altro pensier la festa.

 

CORO

Il temerario apprenda

Che tua diletta è questa,

Che imperi a lei tu solo,

Che legge è il tuo desir.

 

NERESTANO

Misera!

 

ZAIRA

(Oh pena!).

 

FATIMA

(Oh duolo!).

 

OROSMANE

Zaira! e qual sospir?

Ritorni al tuo sembiante

Il bel seren  primiero:

Io sfido il mondo intero

Ad involarti a me.

A più felice istante

Il tuo bel cor prepara:

E patria e tempio ed ara

È l'amor mio per te.

 

NERESTANO e FATIMA

(Gran Dio! quell'alma errante

Rischiara d'un tuo raggio:)

 

ZAIRA

(Oh! come in un istante

Mancato è il mio coraggio!

A lui d'innanzi io gelo,

Mi regge appena il piè).

 

NERESTANO

(Un tuo nemico, o cielo,

Non la rapisca a te).

 

CORO

Bell'astro, ognor ridente

Rifulgi in Oriente,

Né mai vapor terreno

S'innalzi infino a te.

(Orosmane prende per mano Zaira e seco la conduce: tutti lo seguono. Nerestano si allontana con Meledor).

 

SCENA OTTAVA

Atrio sotterraneo che mette alle carceri ove sono rinchiusi gli schiavi francesi. Castiglione e Nerestano.

 

CASTIGLIONE

Vieni: l'albergo è questo

Del lutto e del dolor: qui gl'infelici

Di Solima campioni han da tre lustri

Carcere orrendo. - Oh! con qual gioia, amico,

Benediran redenti il tuo gran zelo!

 

NERESTANO

Al Ciel sia lode, al Cielo

Che a me concede Cavaliere oscuro

Grazia ottener presso il Sultan severo,

Tanti prodi far salvi, e te primiero.

Così pietoso avesse ogni mia speme

Udita il Cielo! Ma dolcezza umana

Sempre di amaro è sparsa.

 

CASTIGLIONE

E qual potresti

Voto formar che accetto al Ciel non sia?

Qual t'affligge pensier?

 

NERESTANO

Noto ti fia.

Di sì bel dì turbata

Non sia la gioja.

 

CASTIGLIONE

Calpestio d'armati

Vicin risuona... De' guerrier disciolti

Vien condotto il drappello a te d'innante:

Godi dell'opra tua.

 

NERESTANO

Beato istante!

 

SCENA NONA

Coro di Prigioni francesi.

 

CORO

Chi ci toglie ai ceppi nostri?

Chi ci rende all'alma luce?

Tu? - sì, tu che in volto mostri

La pietà  che ti conduce.

Oh contento! ecco, ecco impressa

Sul tuo sen l'insegna istessa.

Che in più lieta età  felice

Ne guidava a trionfar.

 

NERESTANO

Sì, compagni, ancor vi lice

Di brandir per lei l'acciar.

 

CORO

Ma un Eroe con te non guidi?

Non ti segue Lusignano?

 

NERESTANO

A lui solo i patrj lidi

Nega barbaro il Sultano.

 

CORO e CASTIGLIONE

Cielo! e noi, quand'ei non viene,

Scioglierem da queste arene?

Quando ei serba i lacci suoi

Voleremo a libertà ?

Ah! giammai: ciascun di noi

Dove ei muor, morir saprà .

 

NERESTANO

Generosi! il vostro amore

Lui non salva, e a voi dà  morte.

 

CORO e CASTIGLIONE

La sfidiam con fermo core:

Dell'Eroe seguiam la sorte.

Giuramento ognun ne fia

Sul Giordano, in Cesarea,

Presso il santo Monumento

Dove estinto un Dio posò.

Scritto in sangue è il giuramento:

Niun di noi tradir lo può.

(Per partire).

 

SCENA DECIMA

Zaira e detti, indi Lusignano sostenuto da due schiavi.

 

ZAIRA

Fermatevi.

 

NERESTANO

Zaira!

A che vieni, infedel?

 

ZAIRA

A' preghi miei

Lusignan vi è concesso.

Ei mi segue: mirate.

 

TUTTI

Oh gioja! è desso.

 

LUSIGNANO

Dove son io?... Reggete

L'infermo fianco... a lunga notte avvezzi

Mal resiston quest'occhi ai rai del giorno.

 

NERESTANO

Fa cor. A te d'intorno

Vedi i compagni di tua gloria antica...

 

ZAIRA

Pianger di gioja che degnati il Cielo

Gli abbia al contento di vederti illeso.

 

LUSIGNANO

E fra ver ch'io vi trovi?.:. e a voi sia reso?

O preziosi avanzi

Degli eroi di Sorìa, mà rtiri illustri

Della verace Fede, a chi di tanto

Debitori siam noi?

 

CASTIGLIONE

Gli hai presenti, o  Signor.

 

CORO

Mirali.

 

LUSIGNANO

Voi!

Bontà  celeste! e quel che invan tentaro

Cento eserciti e cento hai tu concesso

A sì giovani destre! - Ah! vi appressate...

Ch'io vi contempli... Oh dolci aspetti! oh quante

Soavi rimembranze in me destate!

 

NERESTANO e ZAIRA

(Mi balza il cor).

 

LUSIGNANO

Chi siete voi?... parlate.

 

NERESTANO

Nerestano io mi appello. In Cesarea

Fatto schiavo fanciullo, e per favore

Del re Luigi a servitù fuggito,

In corte accolto io fui; ma de' parenti

Il nome ignoro... e nol saprò giammai.

 

LUSIGNANO

Misero! - E tu!

(a Zaira).

 

ZAIRA

Provai

L'istessa sorte anch'io nel dì fatale

Che Cesarea da Noradin fu vinta.

 

LUSIGNANO

Ah! fu quel dì la mia famiglia estinta.

Due figli sol... due figli

Avanzaro alla strage… e schiavi anch'essi

Rimaser forse... Ambi sul fior degli anni

Sarian così... così gentili e umani

Agli atti, alla favella ed all'aspetto.

 

ZAIRA

(Cielo!).

 

LUSIGNANO

Ma qual dal petto

Monil ti pende? Onde l'avesti?

 

ZAIRA

Io l'ebbi...

Fin dalle fasce.

 

LUSIGNANO

A me lo porgi... Oh vista!

È desso... è desso...

 

ZAIRA

Ah! che di' tu?... Qual pianto

Negli occhi tuoi vegg'io?

 

LUSIGNANO

Non tradir la mia speme, eterno Iddio!

L'età  conforme, il loco,

Il sembiante... Ah! tu pur... dimmi... nel seno

Di una ferita hai tu la cicatrice?

 

NERESTANO

È vero.

 

LUSIGNANO

Oh me felice!

Oh ineffabil dolcezza!... io li ritrovo,

Io riveggo i miei figli...

 

ZAIRA NERESTANO

(Oh Dio! che sento!)

 

LUSIGNANO

Abbracciatemi…o  figli!/o padre!

 

TUTTI

Oh lieto evento!

 

LUSIGNANO

Cari oggetti! in seno a voi

Io rinasco a nuova vita.

 

NERESTANO e ZAIRA

L'alma mia si sta rapita.

Nei paterni amplessi tuoi

 

LUSIGNANO

Voi riveggo in pria ch'io muoia!

 

NERESTANO e ZAIRA

Tu concesso al nostro amor!

 

TUTTI

Ah! cancella un dì di gioia

Mille giorni di dolor.

(Silenzio).

 

LUSIGNANO

Ma che miro?... e qual mi coglie

Rio timor, crudel sospetto?

 

ZAIRA

(Ah!).

 

NERESTANO

Favella.

 

LUSIGNANO

In franche spoglie

Te ben veggio, o mio diletto...

Ma costei... perché di questa

Vien coperta odiata vesta?...

Perché?

(a Zaira)

Parla Impallidisci?

Piangi?... Intendo... Oh miorossor!

 

ZAIRA

Ah! nol celo... Me punisci...

Musulmana io fui sinor.

(Lusignano si allontana con orrore, e si getta nelle braccia di Nerestano).

 

LUSIGNANO

Mi sostieni... A tal favella

Senza te sarei spirato.

 

NERESTANO

L'odi! ah l'odi! - O mia sorella!

Il suo core hai tu spezzato.

 

LUSIGNANO

Ciel! potei soffrir tant'anni

Pene orrende, atroci affanni;

Ma tal macchia al sangue mio

Io non posso, o Ciel, soffrir.

 

ZAIRA

Padre!... ahimè... che dir degg'io?

Io mi sento il cor morir.

 

(A3)

LUSIGNANO

Qui, crudele, in questa terra

Del tuo Dio fu sparso il Sangue:

Qui spirar miei figli in guerra...

Qui tua madre io vidi esangue...

E tu puoi parenti e Dio

Rinegar, tradir così?...

Morto io fossi, ahi! morto anch'io,

S'io dovea mirar tal dì!

 

NERESTANO

Deh! ti calma... In tempo ancora

La ritrovi per salvarla...

Già  di figlia, già  di suora

La pietade in sen le parla.

Nel suo pianto appien vegg'io

Che il rimorso in cor sentì...

Non lasciar, clemente Iddio,

L'alma sua perir così...

 

ZAIRA

Ah! perdona... Io qui vivea

A me stessa ignota e oscura;

Né un parente mi reggea...

Mi eran patria queste mura...

L'intelletto ed il cor mio

Nel Serraglio si smarrì...

Ah! morir, morir desìo,

S'io son rea, s'errai così...

 

CORO

A che stai? perdono implora

(a Zaira),

Di lui degna omai ti mostra.

 

ZAIRA

Che far deggio?

 

LUSIGNANO

Il chiedi ancora?

Confessar la Fede nostra.

 

ZAIRA

Padre l'imponi.

 

LUSIGNANO

Un solo accento. -

Sei cristiana?

 

ZAIRA

Il giuro a te.

 

LUSIGNANO, NERESTANO CORO

Ciel! ricevi il giuramento!

 

SCENA UNDICESIMA

Meledor e Soldati.

 

MELEDOR

Il Sultan ti chiama a sé.

(A Zaira).

 

TUTTI

Il Sultan!

 

ZAIRA

Che fia?

 

MELEDOR

Tu dei

Separarti da costoro.

Voi seguite i passi miei;

(ai prigionieri)

Custodirvi io deggio ancor.

 

TUTTI

Custodir! perché?

 

MELEDOR

L'ignoro.

 

TUTTI

Ahi! qual colpo! ahi nuovo orror!

 

LUSIGNANO

Obbediam - Coraggio, amici;

Di costanza il petto armate.

(Ai prigionieri).

Voi vivete a dì felici,

(a Zaira e Nerestano)

E il segreto ognor serbate.

 

NERESTANO e ZAIRA

Lo giuriamo.

 

LUSIGNANO

Or basta: addio.

 

NERESTANO e ZAIRA

Oh dolore!

 

CORO

Addio crudel!

 

TUTTI

Non si pianga, si nasconda

Il dolor che il sen c'innonda:

Questo addio non fia l'estremo:

Ci vedremo - almeno in Ciel.

(Partono tutti).

 

SCENA DODICESIMA

Interno dell'Harem. Orosmane, Corasmino e Guardie.

 

OROSMANE

Liberi tornin tutti: era il sospetto

Figlio del tuo timor. L'oste de' Franchi

La Sorìa non minaccia; essa è rivolta

Contro il Soldan d'Egitto, e mio nemico

Più che Luigi quel Soldan detesto.

 

CORASMINO

Nel tuo voler funesto

Troppo fermo sei tu, perch'io pur voglia

Porti d'innanzi il ver. Piaccia al Profeta

Che non ti sia fatal la libertade

Che a Lusignan tu dai!

 

OROSMANE

Presso alla tomba è l'egro veglio ormai.

Dimentica di lui,

Già  da molt'anni, e delle sue sventure

Non curante è l'Europa.

 

CORO

A rovesciarla

Bastò sull'Asia di romito oscuro

La nuda voce; che farà  l'aspetto

Di un re soffrente e oppresso?

 

OROSMANE

Specchio all'Europa, e insiem terror fia desso.

Ma sia qual vuolsi: il diedi

Ai preghi di Zaira, ed io non uso

Di ripigliar miei doni... Ella pur brama

A Nerestan dar l'ultimo congedo.

 

CORASMINO

Che sento! E tu, Signor!

 

OROSMANE

Io lo concedo.

 

CORASMINO

E a tanto giungi?

 

OROSMANE

Io dell'Harém le leggi

Tutte infrango, lo so: ma d'un rifiuto

Affligger lei non posso, e me crudele

A quel tenero cor tu invan vorresti.

 

SCENA TREDICESIMA

Meledor e detti.

 

MELEDOR

Signor, come imponesti,

Mi segue Nerestan.

 

OROSMANE

Venga Zaira.

(Alle guardie che partono).

E tu mi segui: alcun non fia che ardisca

(a Corasmino)

Molesto spettator offrirsi a loro.

Questa è mia legge.

 

CORASMINO

(Il mio furor divoro!).

(Parte con Orosmane).

 

SCENA QUATTORDICESIMA

Meledor, Nerestano, indi Zaira.

 

MELEDOR

Qui rimaner tu puoi;

Tarda non fia Zaira.

(Parte).

 

NERESTANO

Oh! in quale stato,

In qual luogo degg'io sì caro pegno

Abbandonar per sempre!

O mia Zaira!

Sarai tu al padre ed al tuo Dio rubella?

Alcun si appressa.

 

ZAIRA

Nerestan!

 

NERESTANO

Sorella!

Ti abbraccio ancor... ci unisce

Un'altra volta il Ciel; ma il padre... ahi lasso!

Fia tolto al nostro amore

Forse per sempre.

 

ZAIRA

Ah! che mai dici!

 

NERESTANO

Ei muore.

A tanti affetti e tanti

Quel core non bastò: misero, incerto

Della tua Fede, amaramente ei geme;

Grave gli è morte.

 

ZAIRA

E me spergiura ei teme?

No, nol son io, nol sono...

È mia la legge sua... Che più m'impone

Cotesta Legge?

 

NERESTANO

Detestar l'impero

De' tuoi tiranni.

 

ZAIRA

Ed Orosmane?

 

NERESTANO

Odiarlo,

Abborrirlo dei tu

 

ZAIRA

Pietoso, umano,

Generoso è il Sultano...

Mi benefica... mi ama.

 

NERESTANO

E tu?

 

ZAIRA

Mia destra

Sol la mia destra ei chiede.

 

NERESTANO

E tu? prosegui...

 

ZAIRA

Egli ha mia fè.

 

NERESTANO

Tua fede!'

Oh! qual vibrasti orribile

Colpo al mio cor, Zaira!

Ahi! con qual fronte riedere

Al genitor che spira?

Che dirgli allor che il misero

Mi chiederà  di te?...

Empia! al mio sguardo invólati;

Più non offrirti a me.

 

ZAIRA

Deh! non fuggirmi; svenami,

Se pur son rea cotanto...

Sola, inesperta e debole

Cessi a possente incanto;

Un Nume in mezzo agli uomini

A me il Sultan sembrò.

Ah! quest'incanto struggere

La mia ragion non può.

 

NERESTANO

Virtù lo puote: ascoltala;

Ella ti parla al core.

 

ZAIRA

Pietà  di me! compiangimi:

Amo, e ne sento orrore.

 

NERESTANO

Sì; lo scompiglio orrendo.

Dell'alma tua comprendo:

Al Ciel resisti ancora!

Ma il Ciel vittoria avrà .

 

ZAIRA

Oh mio fratello!

(Gettandosi nelle sue braccia).

 

NERESTANO

Oh suora!

 

ZAIRA

Speme per me non v'ha!

 

(A2)

NERESTANO

Segui, deh! segui a piangere

Nelle fraterne braccia:

Basta il tuo pianto a tergere

D'ogni fallir la traccia:

Odi del core il grido,

Che ti richiama al Ciel...

Torna, colomba, al nido,

Torna al tuo Dio fedel.

 

ZAIRA

Stringimi ancora, stringimi

Nelle fraterne braccia:

L'ombre che mi circondano

Lunge da me discaccia:

Sciogli la benda oscura

Che mi contende il Ciel...

Torno innocente e pura,

Torno a mio Dio fedel.

(Odesi lieta musica. Zaira si scuote).

 

ZAIRA

Ah! qual suon?

 

NERESTANO

Alcun si appressa.

 

ZAIRA

Il Sultan!

 

NERESTANO

Sorella! ardire.

 

SCENA QUINDICESIMA

Orosmane, Corasmino, Uffiziali e Schiavi. Tutto il Corteggio del Sultano.

 

OROSMANE

Corsa è l'ora a lei concessa:

Cavalier, tu puoi partire.

Tu mi segui, andiam, Zaira;

Già  l'altar ne infiora amor.

 

ZAIRA

(Lassa me!).

 

CORASMINO

(Che fia? sospira!...).

 

OROSMANE

Non rispondi?

 

ZAIRA

Ah! mio Signor!...

 

OROSMANE

Che mai veggo?... In tal momento

Tu sì mesta e sbigottita!

Perché? parla...

 

NERESTANO

Un tristo evento

Di dolore l'ha colpita...

Lusignan, Signor, sen muore:

Chi di noi potria gioir?

 

ZAIRA

Deh! ti piaccia a dì migliore

Queste nozze differir.

 

OROSMANE

Differirle!

 

CORASMINO

E qual pensiero

D'uom morente aver tu puoi?

 

NERESTANO

È francese.

 

CORASMINO

È a lei straniero.

 

NERESTANO

Niun cristiano è tal per noi.

 

OROSMANE

Tutti, o franco, tutti il sono

Per colei ch'io pongo in trono.

Vieni omai...

 

ZAIRA

Signori...

 

OROSMANE

Ricusi!

L'amor mio tropp'oltre abusi.

 

ZAIRA

Soffri, deh!.. ch'io mi ritiri...

Ch'io ti asconda i miei sospiri...

 

OROSMANE

Resta... il vo'... Tu forse, o franco,

Sei tu forse un seduttor!...

Guardie, olà ...

 

ZAIRA

T'arresta... Io manco.

 

NERESTANO

Ah Zaira!...

 

OROSMANE

Oh mio furor!

Ite, o schiavi, e differito

Sia per ora il sacro rito.

E tu, trema... Sul Giordano

Non ti trovi il nuovo albor.

 

TUTTI

OROSMANE

Io saprò da qual deriva

Strana fonte il tuo dolore.

Sciagurato chi mi priva

Del mio bene, del tuo core!...

Fremerai d'aver negletta

Del Sultano la bontà ...

Il furor di mia vendetta

L'Universo scuoterà .

 

ZAIRA

Non cercar da qual deriva

Fatal fonte il mio dolore.

Niun mortal di te mi priva,

Del destino è il rio terrore.

Ma da me, da me negletta

Non pensar la tua bontà .

Più crudel di tua vendetta

Tal sospetto a me si fa.

 

NERESTANO

(Dio de' padri, in lei ravviva

Di tua Fede il puro ardore:

L'empia fiamma che nutriva

Sia sepolta nel suo core:

Questa almeno in morte aspetta

Un Eroe da te pietà .

Ah! l'amor, non la vendetta,

Del Sultan, tremar mi fa).

 

CORASMINO

(Ben vegg'io da qual deriva

Rea cagione il suo dolore.

Per lo Schiavo amor nutriva,

Ingannava il suo Signore...

Di sua gente, di sua setta

Tutta è in lei l'infedeltà ...

Ma l'oltraggio avrà  vendetta;

L'arte mia l'affretterà ).

 

CORO

(Tal ripulsa al suo Signore!

Tal mercede a tanto amore!

Vile ancora, ancor negletta

Nel Serraglio languirà ).

 

 

 

 

 

ATTO SECONDO

 

 

 

 

 

SCENA PRIMA

Stanze di Zaira. Fatima e Zaira.

 

FATIMA

Fa' cor, Zaira: il sagrificio è amaro,

Ma necessario; e la pietà  superna

Ti reggerà  perché compiuto ei sia.

 

ZAIRA

Sì... la fralezza mia

D'ajuto ha d'uopo che non sia terreno...

A tanta guerra ogni valor vien meno.

 

FATIMA

Tu vincerai, mel credi:

Vittoria è nel soffrir.

 

ZAIRA

Ahi vana speme!

Invan dal cor che geme

S'alza preghiera al Ciel perch'ei ne tolga

D'Orosmane l'imago, e ad ogni istante

Fra il Cielo e me la cara imago io vedo.

 

FATIMA

Misera! e credi?...

 

ZAIRA

Il Ciel clemente io credo.

Odiar potrebbe ei tanto

Un magnanimo cor? Qual può cristiano

Vantar virtute che il Sultan non vanti?

Sorge talor fra tanti

Crudi pensier consolatrice idea,

Che, dove io salga di Sionne al trono,

Alla salute sua prescelta io sono.

Allor desìo mi prende

Di volar al Sultano, e a lui prostrarmi,

E l'esser mio svelarli.

 

FATIMA

Deh! nol tentar: perdi il fratel se parli.

T'ama Orosmane, è vero;

Ma più i Cristiani abborre, e, più di tutti,

Di Lusignan la stirpe. - Ah! serba, amica,

Serba al padre il segreto e la promessa.

 

ZAIRA

Odo rumor...

Cielo! il Sultan si appressa.

 

SCENA SECONDA

Orosmane, Zaira, e Fatima che ad un cenno d'Orosmane si ritira.

 

OROSMANE

Che a te mi guidi amore,

Zaira, non pensar. Passò quel giorno

Che te dell'amor mio degna credei -

Né paventar tu dei

Che ai rimproveri io scenda, e ch'io t'astringa

Con mendaci discolpe a lusingarmi:

Troppo altero son io per lamentarmi.

 

ZAIRA

(Oh rie parole! oh sensi

Che mi spezzano il cor!).

 

OROSMANE

Ma generoso,

Del par che altero, io son; né finger teco

Vogl'io perciò. - Quanto t'amai ti sprezzo,

E i dì, perduti in amar te, detesto.

 

ZAIRA

(Da lui sprezzata!... ah! questo

Avanza ogni martir!).

 

OROSMANE

Al basso stato,

Dond'io ti tolsi, or riedi, e schiava abbietta

Nel fondo dell'Harém langui negletta.

Io troverò nell'Asia

Donna a cui dare un trono,

Che più di te lo meriti,

Che più ne apprezzi il dono,

Che al par dite non cangi

Gli affetti suoi così...

 

ZAIRA

(Misera me!).

 

OROSMANE

Tu piangi!

Piangi, Zaira!...

 

ZAIRA

Ah! sì.

Piango; ma deh! non credere,

Lassa! ch'io pianga un trono:

Piango quel cor magnanimo

Che mel recava in dono;

Piango, infelice, e bramo,

Del primo amore i dì...

 

OROSMANE

E m'ami tu?

 

ZAIRA

S'io l'amo!

S'io l'amo, o Cielo!

 

OROSMANE

Ah! sì.

Ma se tu m'ami, o barbara,

Dimmi chi a me t'invola?...

Basta un accento a rendere

La calma a questo cor.

Spargi il furor d'obblìo...

Era delirio il mio...

Sola di me sei l'arbitra,

Sola ti adoro ancor.

 

ZAIRA

Ah! per pietà  non chiedere

Quale tumulto ho in seno;

Io non lo posso esprimere

Se non col mio dolor.

Cessa e i trasporti affrena,

Pena mi accresci a pena...

Moro se m'odii, ahi misera!

Moro se nutri amor.

 

OROSMANE

E al mio pregar resistere

Ancor tu puoi, Zaira?

Forse un amico, un perfido

Contro di me cospira?

 

ZAIRA

Ah! tu temer non dei...

Per salvar te morrei.

Ogni sventura è mia...

Non domandar di più.

 

OROSMANE

Sventura! O ciel! qual fia?

Omai parlar dei tu.

 

ZAIRA

Deh! questo dì concedimi,

Sol questo breve giorno,

Accorda alle mie lagrime

Quest'ultimo favor.

Tutti del cor gli arcani

Chiari ti fian domani...

Vedrai, vedrai s'io merito

Da te disprezzo o amor.

 

OROSMANE

Ah! per un cor che palpita

È lungo spazio un giorno.

Non sai che triste imagini

Figura il mio timor!

Pensa che, s'io m'arrendo,

Fede da te pretendo;

Pensa che in odio orribile

Si cambia offeso amor.

(Partono).

 

SCENA TERZA

Luogo remoto presso il Quartiere assegnato ai Cavalieri francesi. Escono afflittissimi i Cavalieri liberati: piangono essi la morte di Lusignano.

 

CORO

1 Più non è...

2 Per sempre ei giace...

3 Fredda spoglia

4 Ignuda salma.

 

TUTTI

Ei mancò sembiante a face

Che se stessa consumò.

Pace alfine, eterna pace

Abbia in Ciel la sua bell'alma,

Coronata della palma

Che col sangue meritò!

 

SCENA QUARTA

Castiglione, Nerestano e detti.

 

CASTIGLIONE

Giusto è il tuo pianto, amico;

Nol raffrenar. Tutti piangiam... perdemmo

Un padre tutti: ei tal per noi fu sempre

Agli avversi nel par che ai di felici.

 

NERESTANO

O Cavalieri! o amici!

Io lo conobbi appena... appena accolto

Nelle sue braccia ei m'ebbe... e a me fu tolto.

Oh qual mortal fu mai con tanti affanni

Provato in terra!... In morte ancora, in morte

Era il suo cor trafitto, e gli occhi erranti,

Pria di serrarsi al giorno,

Invan la figlia ricercar d'intorno.

O Zaira! In quel momento

Chi da lui ti allontanò?

Fu per te l'estremo accento

Che morendo ei pronunziò.

Per te l'alma sbigottita

Non Sapea lasciar la vita,

E sull'ali di un lamento

Per te mesta al Ciel volò...

O Zaira, in quel momento

Chi da lui ti allontanò?

 

SCENA QUINTA

Meledor con Guardie, e detti.

 

MELEDOR

Franchi, il drappel, che scorta

Oltre il Giordan vi fia, pronto vi attende

Di Solima alle porte: anzi che volga

All'occidente il Sole

Il possente Sultan lunge vi vuole.

 

NERESTANO

(Cielo! e Zaira? ...).

 

CASTIGLIONE

Ah! pria

Ne conceda Orosmane in sacra terra

Dar tomba a Lusignan:.. L'ultimo voto

Era del veglio...

 

MELEDOR

Ed al Sultan fia noto...

(Per uscire).

 

NERESTANO

Dimmi, o Guerrier ....non puote

Più lungo spazio al lagrimevol rito

Ottenerci Zaira?... Un di sua gente

Era l'estinto, ed a lei caro, il sai.

 

MELEDOR

Da voi turbato assai

Fu di Zaira il cor. A lei l'accesso

Or chiedereste invano.

Sposa al novello dì fia del Sultano.

(Parte).

 

SCENA SESTA

Nerestano, Castiglione e Cavalieri.

 

NERESTANO

Odi? - Ei s'invola. - Oh perfida!

Sposa al Sultan! - spergiura!

 

CASTIGLIONE e CORO

No, nol sarà ... nol credere.

 

NERESTANO

Certa è la mia sciagura.

Ed io dovrei partire?

Lasciarla, oh Dio, perire!

Soffrir tal macchia, e vivere

Per sempre infame! - Ah no!

 

CASTIGLIONE, CORO e NERESTANO

Ciel! che mai dici ....

In Solima,

Innanzi a lei, morrò.

Sì, mi vedrà  la barbara

Giacer del padre accanto;

Dell'ombre nostre i gemiti

Uscir da un marmo udrà .

Perdóno alle sue vittime

Domanderà  col pianto:

Ed un amor colpevole

Quel pianto estinguerà .

 

CASTIGLIONE e CORO

No, non sarai sì misero,

Non soffrirai cotanto;

O teco estinto in Solima

Ciascun di noi cadrà .

(Partono).

 

SCENA SETTIMA

Sala terrena nell'Harem: di fronte grandi archi con invetriate da cui si scorgono le falde del monte. Orosmane, Meledor e Guardie.

 

OROSMANE

Altro ei non chiede?

 

MELEDOR

È questo

L'unico prego che il guerrier ti porge

Del morto veglio a nome.

 

OROSMANE

Ebben: sia pago:

Obblio d'ogn'ira è morte. Abbia l'estinto

Sul sacro monte la bramata tomba

Per man de' suoi; né alcun sia tanto ardito

Fra i Musulmani di turbarne il rito.

(Meledor parte).

 

SCENA OTTAVA

Orosmane, indi Corasmino.

 

OROSMANE

E tu saprai, Zaira,

Ch'io prevenni i tuoi voti, e a mia pietade

Grata sarai. Tu nuovi affetti insegni,

Nuovi costumi a questo cor superbo.

Vinto quell'odio acerbo,

Che pei franchi io nutria, quasi fratelli

Mi fiano un giorno, poiché a te son tali.

(Corasmino si avanza).

 

CORASMINO

Fratelli i franchi! Essi ti son fatali.

 

OROSMANE

Che dici tu? qual deggio

Temer periglio?

 

CORASMINO

Il tradimento.

 

OROSMANE

Ed osi

De' tuoi vani timori ancor turbarmi?

Chi tradirmi potria?

 

CORASMINO

Chi più colmasti

De' beneficj tuoi, quei ti tradisce;

Chi più credi fedel inganni ordisce.

 

OROSMANE

Oh! qual mi desti in seno,

Qual sospetto crudel!

 

CORASMINO

Cà lmati, e m'odi.

Da' veglianti custodi

Presso l'Harèm sorpreso, un vile schiavo,

All'infedel Zaira era di un foglio

Furtivo apportator.

 

OROSMANE

Un foglio! A lei!

Ov'è? - Chi lo vergò? - Cadde in tua mano?

 

CORASMINO

Eccolo.

 

OROSMANE

Nerestan!...

 

CORASMINO

Sì, Nerestano.

 

OROSMANE

«Cara Zaira. - Avvi segreta uscita

Vicino alla Moschea, per cui non vista

Puoi tu recarti nel giardin deserto.

Dalla notte coperto

Quivi io t'aspetto: se venir ricusi,

Al nuovo raggio mi vedrai tu spento».

Oh perfidia!

 

CORASMINO

(Io trionfo).

 

OROSMANE

O tradimento!

E pur ora, al mio cospetto...

(a se stesso)

Sospirava... amar parea!

CORASMINO

A sgombrar il tuo sospetto

L'infedel così fingea.

 

OROSMANE

Io deluso... io rispettava

Il segreto del suo cor!

 

CORASMINO

Nascondea l'audace schiava

Il suo vile, abbietto amor.

 

OROSMANE

Corri, vola; e in questo scritto

(con tutto lo sdegno)

Vegga l'empia il suo delitto...

La ricolmi di spavento

Il saper che è noto a me.

Poi con cento colpi e cento

Sia trafitta innanzi a te.

 

CORASMINO

Sì, lo devi, sì, lo chiede

L'onor tuo, la nostra Fede,

Del suo nero tradimento

Pronta morte sia mercé.

Sommo, estremo è il mio contento,

Ché l'eroe ritrovo in te.

(Corasmino si affretta per uscire: Orosmane lo trattiene fremendo).

 

OROSMANE

Odi... arresta... È se innocente

Poi foss'ella!...

 

CORASMINO

Ahi debol core!

 

OROSMANE

Corasmin! non ho più mente...

Vo' vederla.

 

CORASMINO

Tu, Signore!

 

OROSMANE

Vo' vederla. - Olà ! Zaira

A me scenda.

(Le Guardie partono).

 

CORASMINO

Ah! che fai tu?

 

OROSMANE

Sorge amore in mezzo all'ira,

Manca, oimè! la mia virtù.

 

CORASMINO

Sconsigliato! ebben l'ascolta:

Cadi al laccio un'altra volta!

Di quel labbro menzognero,

Ai sospir dà  fede ancor...

 

OROSMANE

Vile io sono... è vero, è vero.

Mi consiglia... oppresso ho il cor.

 

CORASMINO

A lei rechi un tuo devoto

Questo foglio sciagurato.

 

OROSMANE

A qual fine?

 

CORASMINO

Il ver fia noto

Ch'or sarebbe a te celato...

 

OROSMANE

Sì, ben parli ....

 

CORASMINO

A lei per poco

Fingi canna...

 

OROSMANE

Fingerò.

 

CORASMINO

Ella viene.

 

OROSMANE

Un gelo, un foco.

Scorre in me... Paventi...

 

CORASMINO

(arrestandolo)

Ah! no.

(A2)

Vieni meco; a me ti affida:

Tempo attendi a vendicarti...

Sei deluso, se all'infida

Campo dà i di lusingarti:

Di avverar il tuo sospetto

Certo mezzo è il simular...

Sempre cieco in ogni affetto

Il furor non puoi frenar!

 

OROSMANE

No, mi lascia... no, si uccida...

Ardo, anelo a vendicarmi.

Non temer: non ha l'infida

Più poter di lusingarmi:

È certezza il mio sospetto,

Più non giova il simular...

Ah! le furie del mio petto

Solo il sangue or può sedar.

(Partono).

 

SCENA NONA

Al partire di Orosmane, esce Zaira che s'innoltra verso lui. Esso le accenna fremente di rimanere. Corasmino lo trae seco. Rimane Zaira immobile e sorpresa.

 

ZAIRA

Che fia? mi lascia!... Minacciosi sguardi

Ei mi rivolse. Dissipati ancora

Non sono i suoi timori! E a' piedi suoi ,

Non mi vide il crudel pianger d'amore?

Oh! se arrestar dell'ore

Potessi il corso! Oh! se il fratello avesse

Già  varcato il Giordan!... Senza periglio

Svelar potrei questo fatal mistero

Che come grave, insopportabil pondo

Il cor mi opprime, e a lui gemendo ascondo.

 

SCENA DECIMA

Fatima, Zaira.

 

ZAIRA

Vieni, Fatima, vieni.

Tu non lasciarmi almen.

 

FATIMA

Sole siam noi?

(Con mistero).

 

ZAIRA

Sole. - Che dir mi vuoi?

Che rechi tu?

 

FATIMA

Da sconosciuto schiavo

Questo foglio a te viene.

(Zaira legge. Fatima prosegue).

Egli in remota

Segreta parte tua risposta attende...

Tu tremi!

(Zaira porge il foglio a Fatima).

 

ZAIRA

Leggi... Un gelo al cor mi scende.

 

FATIMA

Oh gioja! alfin sei salva.

 

ZAIRA

Salva!... Da chi?

 

FATIMA

Mel chiedi? A Nerestano

La via di liberarti ha forse il Cielo

Aperta in sua pietà .

 

ZAIRA

Di liberarmi?

Crudel! che dici mai?... Fuggir! tradire

Un cor che in me si fida!

Ah! più tosto morir.

 

FATIMA

Spergiura! infida!

Al moriente padre,

Al fratel, che giurasti?

 

ZAIRA

I riti e fare l'are?

Degli avi miei seguir.

 

FATIMA

E d'Orosmane

Fuggir l'impero, detestar l'amore,

Come i suoi Dei mendaci...

 

ZAIRA

L'amore!... Ah! nol giurai...

 

FATIMA

Che ascolto?

 

ZAIRA

Ah! taci.

Che non tentai per vincere

Questo fatale amore!

Piansi; ma più per lagrime

Crebbe la fiamma in core:

Al Ciel mi volsi; e il Cielo

Mi si coprì d'un velo:

Ricorsi al mio rimorso;

E anch'ei mi abbandonò...

Ah! non ho più soccorso!...

Più che a morir non ho.

 

FATIMA

Qual vaneggiar!... Deh! cà lmati.

Ritorna in te, Zaira!

 

ZAIRA

Riprendi il foglio... ascondilo.

 

FATIMA

Padre, dal Ciel l'inspira!

(Odesi un lugubre suono: Zaira vi por-ge l'orecchio colpita. Un Coro canta in lontano il seguente.)

 

INNO FUNEBRE

I.

Poni il fedel tuo mà rtire,

Ciel, fra gli eletti tuoi.

Gloria gli sia fra gli Angioli

Il suo penar quaggiù.

 

ZAIRA

Qual mesto suono!

Quai voci di dolor!

 

FATIMA

Scuotiti. Un Giusto

Al Ciel s'innalza, e la salvezza implora

Di traviata figlia innanzi a Dio.

Mira.

(Vedonsi dal fondo passare i Cavalieri Francesi che si recano alla tomba di Lusignano).

 

ZAIRA

Oh vista!... oh dolore!... oh padre mio!

II.

Vegli beato spirito,

Vegli sui figli suoi,

Serbi così fra gli uomini

Viva la sua virtù.

 

ZAIRA

Fatima... i figli...

I figli ei chiama... Un solo... ahi lassa!... un solo

Ne benedice... e me condanna e scaccia...

Dell'eterno suo sdegno io son punita.

Ah!

(S'abbandona fra le braccia di Fatima).

 

FATIMA

Zaira!

 

VOCI DI DENTRO

Qual grido!

 

FATIMA

Aìta, aìta!

 

SCENA UNDICESIMA

Accorrono da varie parti le Schiave e le Guardie.

 

CORO

Ciel! che avvenne? Svenuta Zaira!

Al Sultano, al Sultano si voli.

 

FATIMA

Arrestate... In sé torna... respira.

Tristo oggetto al suo sguardo s'involi...

De' Francesi la pompa ferale

Il pietoso suo core colpì.

(Copronsi le finestre di fronte).

CORO

E di un Franco pur tanto le cale!

Uno schiavo l'affligge così!

 

ZAIRA

Ah! crudeli, chiamarmi alla vita!

(Rinvenuta, si aggira sbigottita).

È serbarmi ad orrendo martire:

De' miei padri ho la Fede tradita,

Ho turbato d'un Giusto il morire:

Come tuono d'intorno rimbomba

Il lamento che al Cielo innalzò.

Ah! pietosa mi copra la tomba.

Ah! d'affanno, d'angoscia morrò.

 

CORO

Qual favella! vaneggia, delira.

 

FATIMA

(Deh mi segui... ti perdi, o Zaira).

 

CORO

De' Francesi la pompa ferale

Il pietoso suo core turbò.

Troppo, ahi! troppo è il terror che l'assale...

Al Sultano celarsi non può.

(Fatima e le Schiave traggono seco Zaira. Le Guardie escono da altra parte).

 

SCENA DODICESIMA

Parte remota nei Giardini dell'Harem. In lontano, e traverso lepiante, sorgono i Minareti di una Moschea. Orosmane, indi Corasmino.

 

OROSMANE

È notte alfin... più dell'usato è cupa...

Cupa come il mio cor -  Oh! in qual piombai

D'orrore abisso! Oh! come mai discesi

Dalla grandezza mia! Qual malfattore

Io mi aggiro fra l'ombre, e ad ogni fronda,

Agitata dal vento,

La mia vittima aspetto, e il ferro io tento.

(Esce Corasmino).

Sei tu?

 

CORASMINO

Son'io. Lo schiavo

Riferì la risposta.

 

OROSMANE

Ed è?

 

CORASMINO

Zaira

All'invito si arrende.

 

OROSMANE

Oh traditrice!

Oh inaudita perfidia! E qual poss'io

Supplizio immaginar che corrisponda

Alla nequizia di quel core infido?

 

CORASMINO

Signor...

 

OROSMANE

T'acqueta... Un grido

Non odi tu?

 

CORASMINO

Tutto è silenzio; e, tranne

I celati custodi, ormai nel sonno

Tutto quanto l'Harèm giace sepolto

 

OROSMANE

Veglia il delitto, e il  congiurar ne ascolto.

Ah! Corasmin!

 

CORASMINO

Tu gemi?

 

OROSMANE

Il primo pianto io verso,

Pianto del cor... Com'io l'amai, l'ingrata!

Di qual tenero amor! Era al mio sguardo

Quanto di più leggiadro e di più santo

Amar ponno i Celesti; e il mio pensiero

Volava a lei rapito

Come a speranza di supremo bene...

Ed ora?... Oh mio dolor!...

 

CORASMINO

Taci... alcun viene.

(Si ritirano, e si tengono celati).

 

SCENA TREDICESIMA

Zaira accompagnata da Fatima, indi Nerestano e detti.

 

ZAIRA

Reggi i miei passi.

 

OROSMANE

(È dessa).

 

CORASMINO

(Non iscoprirti, e mira).

 

ZAIRA

Un calpestio s'appressa...

(Comparisce Nerestano).

 

FATIMA

È Nerestan.

 

NERESTANO

Zaira!

 

ZAIRA

Parla sommesso... io tremo.

 

NERESTANO

Soli siam noi: fa cor.

 

OROSMANE

(Odi l'infida!... io fremo).

 

CORASMINO

(Soffri per poco ancor).

 

NERESTANO

Qual ti ritrovo?

 

ZAIRA

Degna

Dell'amor tuo son'io.

 

FATIMA

Ella ti è resa.

 

OROSMANE

(Indegna!).

 

NERESTANO

Udì miei voti Iddio.

 

(A5)

ZAIRA, NERESTANO e FATIMA

Lieto ci mira adesso,

O Lusignan, dal Ciel.

 

OROSMANE e CORASMINO

(O notte, a quale eccesso

Hai tu prestato il vel!).

 

NERESTANO

O mia Zaira! or seguimi,

Fuggiam da questa parte.

 

ZAIRA

Ah! sì... partiam solleciti;

L'ombra ci copre...

 

OROSMANE

(precipitandosi sopra Zai-ra)

E morte.

(La ferisce).

 

ZAIRA, NERESTANO e FATIMA Ah!

SCENA ULTIMA

Al grido di Zaira, di Nerestano e di Fatima escono da varie parti gli Schiavi e le Guardie con faci.

NERESTANO

Che mai festi, o barbaro!

 

OROSMANE

Punita è l'infedel.

 

ZAIRA

Fratello... io moro...

 

TUTTI

Ahi misera.

 

OROSMANE

Fratello a lei!

 

CORASMINO

Fratel!

 

NERESTANO

Io l'era... io l'era... uccidimi...

Offro a' tuoi colpi il petto.

 

OROSMANE

Zaira!

 

CORASMINO

Vieni: invòlati

Al sanguinoso obbietto.

 

OROSMANE

Zaira!

 

CORASMINO

A lui nascondasi.

 

OROSMANE

Mi amava!... e uccisa io l'ho!

(Orosmane è immobile, inorridito, e come fuori di sé: prorompe quindi in un grido, e si aggira smanioso).

Un grido d'orrore

D'intorno rimbomba:

Tremendo sul core

Un peso mi piomba;

Quel sangue innocente

S'innalza fremente,

M'incalza com'onda,

Fuggirlo non so...

O Cielo, fa scempio

D'un mostro, d'un empio!

Il sangue che gronda

Vendetta gridò.

 

CORASMINO e CORO

Deh! soffri...

 

OROSMANE

Partite.

 

CORASMINO e CORO

Deh! senti...

 

OROSMANE

Fuggite.

 

TUTTI

O notte funesta,

Qual Dio ti guidò!...

 

OROSMANE

Zaira!

 

CORO

Ti arresta.

 

OROSMANE

Ti seguo.

(Si uccide).

 

TUTTI

Spirò.

 

Cala il sipario

FINE