Chorus ( Coro ) & Aria of Maria Stuarda
Conductor - Mario Gusella
Orchestra - Teatro Comunale di Bologna
Chorus - Teatro Comunale di Bologna
1976
LYRICS :
MARIA
Deh! Tu di un'umile preghiera il suono
Odi, o benefico Dio di pietà.
All'ombra accoglimi del tuo perdono,
Altro ricovero il cor non ha.
ANNA, FAMIGLIARI
Deh! Tu di un'umile preghiera il suono
Odi, o benefico Dio di pietà.
All'ombra accoglila del tuo perdono,
Altro ricovero il cor non ha.
MARIA
Ah! sì ... Dio!
Fra l'ali accoglimi del tuo perdono,
Altro ricovero il cor non ha.
ANNA, FAMIGLIARI
Fra l'ali accoglila del tuo perdono,
Altro ricovero il cor non ha.
MARIA
È vano il pianto, il ciel m'aita.
ANNA, FAMIGLIARI
Scorda l'incauto della tua vita.
MARIA
Ah!
ANNA, FAMIGLIARI
Tolta al dolore, tolta agli affanni,
Benigno il cielo ti perdonò.
MARIA
Tolta al dolore, tolta agli affanni,
D'eterno amore mi pascerò.
ANNA, FAMIGLIARI
Distendi un velo su' corsi affanni,
Benigno il cielo ti perdonò.
MARIA
Dio! ah! sì!
D'eterno amore mi pascerò.
Mi perdonò.
ANNA, FAMIGLIARI
O Dio! Pietà! Ah, pietà!
Beningno il cielo ti perdonò.
(Si ode nel castello il primo sparo del cannone.)
N 18: Aria del supplizio
FAMIGLIARI
O colpo!
SCENA IX
(Si apre la porta in fondo, e lascia vedere una scala grande, alla di cui vetta sono le guardie e gli ufficiali di giustizia con fiaccole. Cecil viene dalla scala.)
CECIL
È gia vicino del tuo morir l'istante.
Elisabetta vuol che sia paga ogni tua brama.
Parla.
MARIA
Da lei tanta pietà non isperai.
Lieve favor ti chiedo.
Anna i miei passa al palco scorga.
CECIL
Ella verrà.
MARIA
Se accolta hai la prece primiera,
Ah! altra ne ascolta.
D'un cor che muore reca il perdono
A chi m'offese, mi condannò.
Dille che lieta resti sul trono,
Che i suoi bei giorni non turberò.
Sulla Bretagna, sulla sua vita,
Favor celeste implorerò.
Ah! dal rimorso non sia punita;
Tutto col sangue cancellerò.
Ah! d'un cor che muore reca il perdon,
Ah! dal rimorso non sia punita,
Tutto col sangue cancellerò.
ANNA, TALBOT, FAMIGLIARI
Scure tiranna! Tronchi una vita
Che di dolcezze ci ricolmò.
CECIL
La sua baldanza restò punita;
Fra noi la pace tornar vedrò.
SCENA ULTIMA
Leicester e detti, poi lo sceriffo e gli uffiziali di giustizia.
TALBOT
Giunge il Conte.
MARIA
Ah! a quale ei viene lugubre scena.
LEICESTER (a Maria)
Io ti rivedo.
Perduta, opressa da ingiuste pene,
Vicina a morte ...
MARIA
Frena, frena il dolor!
Addio per sempre!
CECIL
Si avanza l'ora.
LEICESTER
Ah, che non posso lasciarti ancora.
CECIL
Si avanza l'ora.
LEICESTER (a Cecil che vuole allontanarlo da Maria)
Scostati, o vile!
MARIA
Taci!
LEICESTER
Tremate! Iniqui tutti!
Temete un Dio
Dell'innocenza vendicator!
MARIA
Te stesso perdi!
(Secondo scoppio di cannone. Scendo lo sceriffo col suo seguito di uffiziale e circondano Maria.)
FAMIGLIARI
Ah! Perchè non posso nel sangue mio
Spegnere il cieco vostro furor!
CECIL
È l'ora!
LEICESTER (a Cecil)
Vile!
MARIA (a Leicester)
Roberto! Roberto! Ascolta!
(Si appoggia al braccio di Leicester.)
Ah! se un giorno da queste ritorte
Il tuo braccio involarmi dovea,
Or mi guidi a morire da forte
Per estremo conforto d'amor.
E il mio sangue innocente versato
Plachi l'ira del cielo sdegnato,
Non richiami sull'Anglia spergiura
Il flagello d'un dio punitor.
LEICESTER, TALBOT, ANNA, FAMIGLIARI
Quali accenti! Qual truce sventura! Ah!
CECIL
Or dell'Anglia la pace è sicura, sì!
MARIA
Anna, addio! Roberto, addio!
Ah! se un giorno da queste ritorte, ecc
(Terzo scoppio di cannone. Sulla scala comparisce il carnefice colla scure e quattro suoi assistenti vestiti di rosso.)
TALBOT, ANNA, LEICESTER, FAMIGLIARI
Innocente, infamata, ella muor.
CECIL
Or dell'Anglia la pace è sicura,
La nemica del regno già muor.
(Maria sorretta da Talbot e circondata dalle guardie, si avvia pel fondo. Leicester si copre il volto colle mani.)
FINE