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Orlando Libretto

Act I
Overture


Accompagnato and Recitativo: Zoroastro
Gieroglifici eterni, che in zifre luminose ognor splendete,
ah! che alla mente umana altro che belle oscurità non siete!

Pur il mio spirto audace crede veder scritto là su in le stelle,
che Orlando, eroe e sagace, non fia sempre rubelle.
Ecco, sen vien, su, miei consigli, all’opra!

Arioso: Orlando
Stimuato dalla gloria, agitato dall’amore,
che farai, misero core?

Aria: Zoroastro
Lascia Amor, e segui Marte,
Va! Combatti, combatti per la gloria.

Sol oblio quel ti comparte,
questo sol bella memoria.

Accompagnato: Orlando
Immagini funeste, che turbate quest’alma,
e non avrò sopra di voi la palma?

Si, già vi fuggo e corro, a inalzar col valor novi trofei!
Ti rendo, o bella gloria, i affetti miei!
Ma, che parlo, e non moro! e lascierò quell idolo che adoro?
No!, parto! e fia mia gloria più servir ad amor
ch’aver vittoria!

Aria: Orlando
Non fu già men forte Alcide
Benchè in sen d’Onfale bella spesso l’armi egli posò;

Nè men fiero il gran Pelide
Sotto spoglie di donzella d’Asia regni minacciò.

Accompagnato: Dorinda
Quanto diletto avea tra questi boschi!
a rimirar quegli innocenti scherzi e di Capri, e di cervi,
nel serpeggiar dei limpidi ruscelli,
brillar i fior ed ondeggiar le piante,
nel garir degli augelli, nello spirar di zeffiretto i fiati!
Oh giorni, allor beati, ora per me funesti!

Aria: Dorinda
Ho un certo rossore, di dir quel che sento
s’è gioia o tormento, s’è gelo o un ardore, s’è alfine... nol so.

Pur piccolo meco bisogna che sia piacere, dolore,
s’è l’anima mia rinchiudere lo può.

Arioso: Angelica and Medoro

Angelica:
Ritornava al suo bel viso, fatto già bianco e vermiglio,
Con la rosa unito il giglio dal pallor delle viole.

Medoro:
E il mio cor da me diviso si struggeva in fiamma lieve,
come suol falda il neve discoperta ai rai del sole.

Aria: Medoro
Se il cor mai ti dirà, ch’io mi scordi di te,
Rispondigli per me ch’è menzognero.

Memoria se gradita altro che con la vita,
mai non si partirà dal mio pensiero.

Aria: Dorinda
O care parolette, o dolci sguardi!
Sebben siete bugiardi, tanto vi crederò

Ma poi, che far potrò,
allor che troppo tardi io vi conoscerò?

Aria: Angelica
Se fedel vuoi ch’io ti creda,
fa’ che veda la sua fedeltà.

Finchè regni nel mio petto il sospetto,
mai l’amor vi regnerà.

Recitativo: Orlando
T’ubbidirò, crudele; e vedrai in questo istante,
che della principessa fui solo difensor, ma non amante.

Aria: Orlando
Fammi combattere, mostre e tifei,
novi trofei se vuoi dal mio valor.

Muraglie abbatere, disfare incanti,
se vuoi ch’io vanti darti prove d’amor.

Terzetto: Medoro, Angelica and Dorinda

Medoro & Angelica:

Consolati o bella, gentil pastorella,
ch’alfine il tuo core e degno d’amore, e amor troverà.

Dorinda:
Non so consolarmi, non voglio sperare,
più Amor non può darmi l’oggetto d’amare che perder mi fa!

Angelica:
Non perder la spene, ch’è l’unico bene.

Medoro:
Hai l’alma costante per esser amante.

Dorinda:
No, solo fra pene il cor viverà.

Act II

Arioso: Dorinda
Quando spieghi tuoi tormenti, amoroso rossignolo,
par che canti e piangi allor.

Aria: Dorinda
Se mi rivolgo al prato,
veder Medoro mio in ogni fior mi fa.

Se miro il bosco o’l rio, mi par che mormorando or l’onde ora le fronde,

dicano  ach’amando qui’l tuo Medoro sta.

Recitativo: Orlando
È questa la mercede, Angelica spietata!
Del mio amor, di mia fede?
Ah, non vi gioverà da me fuggire,
che sino d’Acheronte sulla strada vi giungerà il mio sdegno,
e la mia spada!

Aria: Orlando
Cielo! Se tu il consenti, deh!  ache nel mio seno poss’anche
il ferro entrar.

Perchè a un sì rio dolore dal misero mio core
sappia col ferro almeno l’uscita ritrovar.

Aria: Zoroastro
Tra caligini profonde erra ognor la nostra mente,
s’ha per guida un cieco nume.

Di rovina sulle sponde è in pericolo imminente,
se ragion non le dà il lume.

Recitativo:Angelica and Medoro

Angelica:
Da queste amiche piante dovermi allontanar, quanto
mi spiace!

Medoro:
Addio prati! Addio fonti! Allori, addio!

Aria: Medoro
Verdi allori, sempre unito conservate il nostro nome,
come unito sarà il cor.
E poi dite a chi lo miri, da qual mano quando e come fosse
in voi sì ben scolpito,
se volete che sospiri invidiando il nostro amor.

Aria: Angelica
Non potrà, non potrà dirmi ingrata,
perchè restai piegata d’un così vago stral.

Se, quando amor l’offese,
ei pur mal si difese dall’arco suo fatal.

Act II

Recitativo: Angelica

Tutto a poter partire ha già disposto il mio gradito amante.
Addio, dunque vi lascio, amiche piante!

Aria: Angelica
Verdi piante, erbette liete,
vago rio, speco frondoso,
sia per voi enign oil ciel!

Delle vostre ombre segrete mai non turbi il bel riposo
vente reo, nembo crudel.

Recitativo: Orlando and Angelica

Orlando:
Ah! perfida, qui sei!

Angelica:
Chi mi soccorre, o Numi!
Amor, caro Amore! Assistimi tu
tuo Nume imploro!

Ah Medoro, Medoro.

Orlando:
Medoro chiami in van.

Angelica:
Dove m’ascondo?

Orlando:
Non fuggirai, se non vai in altro mondo!

Accompagnato: Orlando
Ah! Stigie larve, ah! scellerate spettri,
che la perfida donna ora scondete,
perchè al mio giusto furor non la rendete?

Ah! misero e schernito l’ingrata già m’ha ucciso!
Sono lo spirto mio da me diviso,
sono um ombra, e qual ombra adesso io voglio varcar là giù
ne’ regni del cordoglio!
Ecco la stigia barca; di Caronte il dispetto,
Già solco l’onde, l’onde nere.

Ecco di Pluto le affumicate soglie,
e l’arso tetto!

Già latra Cerbero,
e già dell’Erebo ogni terrible squallida furia sen viene a me!

Ma la furia, che sol mi diè martoro, dov’è?
Questa è Medoro!

A Prosepina in braccio vedo che fugge, or a strapparla
io corro...
Ah! Proserpina piange?
Vien men il mio furore, se si piange all’inferno anco d’amore!

Vaghe pupille no, non piangete no,

che del pianto ancor nel regno può in ognun destar pietà.

Ma sì, piangete sì, che sordo al vostro incanto
nè calma il mio furor.



Act III

Sinfonia

Aria: Medoro

Vorrei poterti amar, il cor ti vorrei dar,
ma sai ch’il cor più mio non è.

E s’io ti dassi’l cor, a un cor, ch’è traditor,
tu non daresti fè.

Recitativo: Dorinda
S’è corrisposto un core, teme ancor del suo amore:
se un altro è mal gradito, prova il martir del barbaro
Cocito.

Nel mar d’amor per tutto v’è Io scoglio,
E vedo ben, che amare è un grand’imbroglio.

Aria: Dorinda
Amore è qual vento, che gira il cervello,
ho inteso che a cento commincia a farli godere,
ma a un corto piacere dà un lungo dolor.

Se uniti due cori si credon beati
gelosi timori li fan sfortunati;
se un core è sprezzato, divien arrabiato, così fa l’amor.

Accompagnato and Recitativo: Zoroastro
Impari ognun da Orlando, che sovente ragion si perde
amando.

O voi, del mio poter ministri eletti,
or la vostra virtute unite meco
si cangi’l bosco in speco!

Là al furor dell’eroe siatene attenti;
che fra pochi momenti avrò vittoria, e l’eroe renderò sano
alla Gloria.

Aria: Zoroastro
Sorge infausta una procella, che oscurar fa il cielo e mare
splende fausta poi la stella
che ogni cor ne fa goder.

Può talor il forte errare, ma risorto dall’errore,
quel che pria gli diè dolore, causa immenso il suo poter.

Duet: Angelica and Orlando

Angelica:

Finchè prendi ancora il sangue,
godi intanto de’miei lumi al mesto umor.

Orlando:
Sol ha sete di sangue il mio cor.

Angelica:
Che dell’anima che langue questo pianto è sangue ancor.

Orlando:
Ma non placa il giusto furor.

Orlando:
Vieni!... Vanne precipitando di queste rupi al baratro
profondo!

Angelica:
Numi, pieta!

Accompagnato: Orlando
Gia per la man d’Orlando d’ogni mostro più rio purgato è
il mondo!

Ora giunge la notte dalle cimerie grotte,
ed è seco Morfeo, che i papaveri suoi sul crin mi sfronda,
porgendo a gustar di Lete l’onda.

Arioso: Orlando
Già l’ebro mio ciglio quel dolce liquore invita a posar.
Tu, perfido Amore, volando o scherzando non farmi destar.

Recitativo and Accompagnato: Zoroastro
Ecco è il tempo prefisso
Amor, fa’ quanto puoi, che Orlando schernirà gl’inganni tuoi.

Tu, che del gran Tonante coll’artiglio celeste il folgore sostieni,
le mie leggi son queste: dalla region stellante che rapida a
me vieni,
reca il divin liquor per risanar dell’egro Orlando il core.

Sinfonia

Arioso: Orlando
Per far, mia diletta, per te la vendetta Orlando si mora, si mora.

FINALE

Angelica:

Dei viver ancora, dei viver ancora!

Orlando:
Che vedo, oh Dei! Angelica, tu vivi?

Angelica:
Vivo, sì, e vive ancora chi amandomi t’offende, e vuol
mia sorte...

Medoro:
Signor, dammi la morte! Non ti chiedo la vita senza
colei, per cui mi sol gradita.

Zoroastro:
Orlando, al tuo furore, geloso di tua Gloria io fui custode,
E dalla morte io trassi Angelica e Medoro:
e per ambo da te la grazia imploro.

Dorinda:
Signor, vi priego anch’io sebben perdo (ho un gran cor!)
Medoro mio.

Orlando:
Non più! Udite tutti, qual sia d’Orlando la più bella gloria.

Vinse incanti, battaglie, e fieri mostri:
Di se stesso e d’amor oggi ha vittoria!
Angelica a Medoro unita godi!

Tutti:
Chi celebrar potrà mai le tue lodi!

Orlando:
Trionfa oggi’l mio cor, e da si bell’aurora
avrà piu bello ancora un giorno il vostro amor.

Angelica:
Trionfa oggi’l mio cor,
e con più lieta face la fedeltà, la pace risplenderà d’ognor.

Dorinda:
Mi scordo ogni dolor, oblio quel che m’affana:
v’invito alla campanna, per festeggiar ancor!

Tutti:
Con un diverso ardor, giacchè ciascun è pago,
dar lodi sol sia vago a gloria all’amor.