Concentus Musicus Wien; Nikolaus Harnoncourt, cond. Capella Antiqua München - Konrad Ruhland, dir.
Claudio Monteverdi: Orfeo, favola in musica (1607). Libretto by Alessandro Striggio.
This is Harnoncourt's first recording of Orfeo in 1968.
CD Info: Playlist: Rotraud Hansmann, soprano : La Musica, Euridice Lajos Kozma, tenor : Orfeo Eiko Katanosaka, soprano : Proserpina, Ninfa Cathy Berberian, mezzo-soprano : Messaggiera, Speranza Nikolaus Simkowsky, bass : Caronte Jacques Villisech, bass : Plutone Max van Egmond, baritone : Apollo, Pastor 4, Spirito 3 Günther Theuring, countertenor : Pastor 1 Nigel Rogers, tenor : Pastor 2, Spirito 1 Kurt Equiluz, tenor : Pastor 3, Spirito 2
1) Questi i campi di Tracia : Orfeo, Eco 2) Perchè a lo sdegno : Apollo, Orfeo 3) Vanne, Orfeo : Coro di pastori -------------------------------------
1) Questi i campi di Tracia :
ORFEO Questi i campi di Tracia, e quest'è il loco Dove passommi il core Per l'amara novella il mio dolore. Poi che non ho più speme Di ricovrar pregando, Piangendo e sospi rando Il perduto mio bene, Che poss'io più se non volgermi a voi,
Selve soavi, un tempo Conforto a' miei martir, mentr'al ciel piacque Per farvi per pietà meco languire AI mio languire? Voi vi doleste, o monti, e lagrimaste, Voi, sassi, al dipartir del nostro sole, Ed io con voi lagrimerò mai sempre E mai sempre darommi, ahi doglia, ahi pianto!
ECO Hai pianto!
ORFEO Cortese Eco amorosa, Che sconsolata sei E consolar mi vuoi ne' dolor miei, Benchè queste mie luci Sien già per lagrimar fatte due fonti, In così grave mia fera sventura Non ho pianto però tanto che basti.
ECO Basti!
ORFEO Se gli occh i d'Argo avessi, E spandessero tutti un mar di pianto, Non fora il duol conforme a tanti guai.
ECO Ahi!
ORFEO S'hai del mio mal pietade io ti ringrazio Di tua benignitade. Ma mentr'io mi querelo, Deh, perchè mi rispondi Sol con gli uItimi accenti? Rendimi tutti integri i miei lamenti. Ma tu, anima mia, se mai ritorna La tua fredda ombra a queste amiche piagge, Prendi da me queste tue lodi estreme, Ch'or a te sacro la mia cetra e 'I canto, Come a te già sopra l'altar del core Lo spirto acceso in sacrifizio offersi. Tu bella fusti e saggia, in te ripose Tutte le grazie sue cortese il cielo, Mentre ad ogni altra de' suoi don fu scarso. D'ogni lingua ogni lode a te conviensi, Ch'albergasti in bel corpo alma più bella, Fastosa men quanto d'onor più degna. Or l'altre donne son superbe e perfide Vér chi le adora, dispietate instabili, Prive di senno e d'ogni pensier nobile, Ond'a ragion apra di lor non lodasi; Quinci non fia giammai che per vii femmina Amor con au reo stral i I cor trafiggam i.
2) Perchè a lo sdegno :
APOLLO Perchè a lo sdegno ed al dolor in preda Così ti don i, o figlio? Non è, non è consiglio Di generoso petto Servir al proprio affetto; Quinci biasmo e periglio Già sovrastar ti veggio, Onde movo dal ciel per darti aita. Or tu m'ascolta e n'avrai lode e vita.
ORFEO Padre cortese, al maggior uopo arrivi, Ch'a disperato fine Con estremo dolore M'avean condotto già sdegno ed amore. Eccomi dunque attento a tue ragioni, Celeste padre: or ciò che vuoi m'imponi.
APOLLO Troppo, troppo gioisti Di tua lieta ventura; Or troppo piangi Tua sorte acerba e dura. Ancor non sai Come nulla quaggiù diletta e dura? Dunque se goder brami immortal vita Vientene meco al ciel, ch'a sé t'invita.
ORFEO Si non vedrò più mai De l'amata Euridice i dolci rai?
APOLLO Nel sole e ne le stelle Vagheggerai le sue sembianze belle.
ORFEO Ben di cotanto padre Sarei non degno figlio Se non segu issi iI tuo fedel consiglio.
APOLLO E ORFEO (ascendono al ciel cantando) Saliam cantando al cielo, Dove ha virtù verace Degno premio di sé, diletto e pace.
3) Vanne, Orfeo :
Ritornello
Vanne Orfeo, felice appieno, A goder celeste onore Là ove ben non mai vien meno, Là ove mai non fu dolore, Mentr'altari, i ncensi e voti Noi t'offriam I ieti e devoti.
Così va chi non s'arretra AI chiamar di nume eterno, Così grazia in ciel impetra Chi quaggiù provò l'inferno. E chi semina fra doglie D'ogni grazia il frutto coglie.
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ORFEO Questi i campi di Tracia, e quest'è il loco Dove passomm'il core Per l'amara novella il mio dolore. Poi che non ho più speme Di ricovrar pregando, Piangendo e sospirando Il perduto mio bene, Che posso io più se non volgermi a voi, Selve soavi, un tempo Conforto a miei martir, mentr'al ciel piacque Per farvi per pietà meco languire Al mio languire? Voi vi doleste, o monti, e lagrimaste, Voi sassi, al dipartir del nostro sole, Et io con voi lagrimerò mai sempre, E mai sempre darommi, ahi, doglia, ahi, pianto!
ECO … hai pianto!
ORFEO Cortese Eco amorosa, Che sconsolata sei E consolar mi vuoi ne' dolor miei, Benché queste mie luci Sien già per lagrimar fatte due fonti, In così grave mia fera sventura Non ho pianto però tanto che basti.
ECO ... basti!
ORFEO Se gli occhi d'Argo avessi, E spandessero tutti un mar di pianto, Non sarà il duol conforme a tanti guai.
ECO ... ahi!
ORFEO S'hai del mio mal pietade io ti ringrazio Di tua benignitade. Ma mentre io mi querelo, Deh, perché mi rispondi Sol con gli ultimi accenti? Rendimi tutti interi i miei lamenti.
Ma tu, anima mia, se mai ritorna La tua fredda ombra a quest'amica piaggia, Prendi da me queste tue lodi estreme, Ch'or a te sacro la mia cetra e 'I canto, Come a te già sopra l'altar del core Lo spirto acceso in sacrifizio offersi.
Tu bella fusti e saggia, e in te ripose Tutte le grazie sue cortese il cielo, Mentre ad ogn'altra dei suoi don fu scarso. D'ogni lingua ogni lode a te conviensi, Ch'albergasti in bel corpo alma più bella, Fastosa men quanto d'onor più degna.
Or l'altre donne son superbe e perfide Ver chi le adora, dispietate, instabili, Prive di senno e d'ogni pensier nobile, Onde a ragion opra di lor non lodansi. Quinci non fia già mai ehe per vil femina Amor con aureo stral il cor trafiggami.
English Libretto or Translation:
ORPHEUS These are the plains of Thrace, and this the place where grief pierced my heart at the bitter tidings. Since I no longer have any hope of regaining my lost treasure by pleading, weeping and sighing, what else can I do but turn to you, sweet woods, once the comfort of my anguish, when it pleased heaven to make you pine with me in pity at my pining? You grieved, O mountains, and you mourned, ye rocks, at the departure of our sun. And I will mourn with you evermore, and give myself up forever to my pain and grief.
ECHO .. aye, grief!
ORPHEUS Kind, loving Echo, thou who art disconsolate and dost seek to console me in my sorrow, although these eyes of mine have already, through weeping, become two fountains, in such grievous and cruel misery I still have not tears enough.
ECHO ... enough!
ORPHEUS Had I the eyes of Argus and all were to pour forth a sea of tears, their sorrow would not suffice for such woe.
ECHO ... Oh!
ORPHEUS If thou hast pity for my misery, I thank thee for thy kindness. But while I lament, ah, why dost thou answer me only with my last syllables? Return my laments to me in full.
But you, my dearest soul, if ever your cold shade should return to these friendly slopes, accept from me this final homage, for now I dedicate to you my lyre and my song, as, on the altar of the heart, I already offered you my ardent spirit in sacrifice.
You were beautiful and wise, and to you bounteous heaven confided all its graces, while to all other women it was sparing of its gifts. Every praise in every tongue for you is meet, for in your lovely body you harboured a soul still lovelier, as modest as worthy of honour.
Now other women are haughty and faithless, callous and fickle to those who adore them, devoid of judgement and all nobility of thought, so that their conduct is, rightly, not praised. Therefore may it never happen that Love should pierce my heart with his golden arrow for a worthless woman.