Il pianista Antonio Castagna esegue Reminiscenze dal Don Giovanni, trascrizione pianistica di Franz Liszt del Don Giovanni di Mozart.
Antonio Castagna si è diplomato presso l'IMP "G.Braga" di Teramo con il M° Vincenzo Di Sabatino. Si è perfezionato con i Maestri Franco Medori e Carlo Zecchi.
Ha iniziato prestissimo una intensa attività concertistica esibendosi in tutto il mondo: Germania,Belgio,Svezia,Olanda,Emirati Arabi Uniti,Argentina,Corea del Sud,Svizzera,Austria,Francia,Brasile,Stati Uniti d'America.
Ha partecipato, più volte, a programmi radio-televisivi RAI.E' stato direttore artistico di prestigiose rassegne concertistiche svoltesi in Abruzzo:Progetto Braga, Agosto castellano,I Giovedì della Fondazione,Luoghi Sonori,Caleidoscopio.
Ha ricevuto dall'Amministrazione Comunale di San Felice Circeo il Premio Internazionale "W.A.Mozart" alla carriera. E' stato direttore dell'Istituto Musicale Pareggiato "Gaetano Braga" di Teramo dal 1996 al 2012. Già docente presso il Conservatorio "Umberto Giordano" di Foggia, è titolare di una cattedra di pianoforte presso il Conservatorio "G. Braga" di Teramo
Il Don Giovanni è un dramma giocoso diviso in due atti. In realtà , questa dicitura che compare nel sottotitolo originale dell'opera dice abbastanza poco sul carattere di essa: "dramma giocoso" era infatti anche il nome con cui all'epoca venivano definite farse del tutto assurde. Dal punto di vista formale essa è un'opera buffa (così come la chiama Mozart nel suo catalogo), con la presenza di elementi tratti dall'opera seria, come i pezzi scritti per Donna Anna e Don Ottavio.
La prima aria dell'opera è Notte e giorno faticar, cantata da Leporello, seguita poi dall'ingresso di Donna Anna e di Don Giovanni, che interpretano insieme al servo il trio Non sperar se non m'uccidi.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi è il vero capolavoro di Mozart e Da Ponte: Don Giovanni, pur essendo nobile, veste quasi il ruolo del tipico basso buffo settecentesco (vocalmente, un baritono o un basso-baritono), quasi a sottolineare l'immoralità del suo comportamento che, per così dire, lo "abbassa" di livello. Leporello (anche lui un basso ai limiti del buffo, la cui estensione va da un "Fa grave" fino al "Mi acuto") è invece un personaggio frequentemente in bilico tra l'ironia, l'insolenza e la sottomissione nei confronti del padron Don Giovanni. Sono presenti figure comiche o dal contorno quasi bucolico (i contadini Masetto e Zerlina) ma c'è tra queste e le figure drammatiche una forte commistione che fa prevalere le seconde, portatrici di forti valori morali ed etici da trasmettere al pubblico. In particolare, in contrasto alle figure semplici ma eticamente forti, all'ascoltatore moderno non può non risultare ridicola la affettata serietà di Don Ottavio (tenore), definito da qualche critico il "fidanzato modello": mentre Masetto per difendere la sua Zerlina è disposto anche a prendersi botte da Don Giovanni (travestito in quell'occasione da Leporello), Don Ottavio per la sua Donna Anna non riesce a reagire se non con un timido «un ricorso vo' far a chi si deve, e in pochi istanti vendicarvi prometto» cosa che in realtà , non farà mai.
Tuttavia, né Mozart, né Da Ponte sicuramente ebbero l'intenzione (almeno esplicita) di mettere in ridicolo Don Ottavio, dando invece al suo ruolo una musica smagliante e un tono magniloquente, da opera seria (ricordiamo a conferma di ciò che il primo Don Ottavio, Antonio Baglioni, fu anche il primo interprete di Tito nella Clemenza di Tito). A questo proposito è da segnalare il magnifico duetto del primo atto (Don Ottavio e Donna Anna), Fuggi, crudele, fuggi, che potrebbe essere il gioiello di un'opera seria, il duetto fra un Cesare e una Cleopatra, o fra un Alessandro e una Candace.
Gli altri due personaggi seri, Donna Anna e Donna Elvira, ricevono pure grande attenzione da Mozart sul piano musicale: Donna Anna in particolare fu interpretata da cantanti di primo livello (Teresa Saporiti alla prima di Praga e addirittura Aloysia Weber Lange, il grande amore giovanile di Mozart, a Vienna). Da segnalare nel ruolo di Donna Anna il magnifico Rondò che chiude le arie solistiche del secondo atto, Non mi dir, bell'idol mio, dove Mozart fa largo uso della coloratura, qui però intesa in senso profondamente drammatico. Se l'immoralità di Don Giovanni tenderebbe a svilire le figure femminili (e principalmente Donna Anna e Donna Elvira), Mozart con la sua musica le trasfigura in eroine.