Wolfgang Amadeus Mozart DON GIOVANNI "Vedrai carino" - Disco Victor Camden, New jersey - Matrice B25145-12 - numero di etichetta 87333 - data dell'incisione 23 novembre 1921 Soprano spagnolo Lucrecia Boria y Gonzales de Riancho in arte LUCREZIA BORI (Gandia, Valencia 1887 - New York 1960) A quattordici anni inizia regolari studi di canto al Conservatorio di Valencia, poi continua gli studi a Milano. Debutta al Teatro Adriano di Roma nel 1908 come Micaela in "Carmen". Nel 1910 a Parigi, al Teatro Châtelet, canta in "Manon Lescaut" a fianco di Enrico Caruso e Pasquale Amato. Canta il ruolo del titolo in "Madama Butterfly" al San Carlo di Napoli nella stagione 1910-11. Debutta alla Scala come Carolina in "Il matrimonio segreto" di Cimarosa, qui sarà anche la prima interprete in Italia di Ottaviano nel "Rosenkavalier" di R. Strauss (1911) e di Juliette in "Roméo et Juliette" di Gounod. Nel 1911 varca l'oceano e canta per la prima volta all'estero a Buenos Aires. Nel 1912 è scritturata dal Metropolitan di New York, dove resta fino al 1915, qui tra l'altro canterà in "Manon Lescaut" con Erico Caruso. Interrompe la carriera causa un'operazione alla gola. Dopo nuovi studi si presenta a Montecarlo nel 1919 in "Ruy Blas" di Marchetti e "Bohème" di Puccini. Nel 1921 ritorna al Metropolitan e vi rimarrà fino alla sua serata d'addio il 29 marzo 1936, cantando tra l'altro in "La Rondine" di Puccini, "Traviata", "Così fan tutte", "Pelléas et Mélisande", ecc. Restò poi a far parte dell'organizzazione del teatro, come consulente artistica. Voce limpida ma esigua con un timbro molto vicino al soprano leggero, non per questo esitò a lanciarsi nel repertorio lirico, colmando le lacune con la raffinatezza del suo canto legato e una perfetta intonazione; fu inoltre attrice elegantissima. Ha lasciato alcune incisioni discografiche, tra le quali, il finale di Bohème con Tito Schipa e alcuni brani del Roméo et Juliette di Gounod, che danno l'esatta connotazione della sua voce.
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ZERLINA Via, via, non è gran mal, se il resto è sano. Vientene meco a casa; purché tu mi prometta d'essere men geloso, io, io ti guarirò, caro il mio sposo.
ZERLINA Vedrai, carino, se sei buonino, Che bel rimedio ti voglio dar! È naturale, non dà disgusto, E lo speziale non lo sa far. È un certo balsamo Ch'io porto addosso, Dare tel posso, Se il vuoi provar. Saper vorresti dove mi sta? Sentilo battere, toccami qua!
English Libretto or Translation:
ZERLINA Come, come; if that's the worst, there's no great harm done. Come with me home to supper, And give your faithful promise, you'll nevermore be jealous; Those bruises can be cured, where love is zealous.
Come, shall I tell thee, How what befell thee, Soon can be cured By my potent charm? No garden grows it, Though it aboundeth, Like furnace glows it, Yet none 'twill harm, All guard and cherish it: Gold cannot buy it, Say, wilt thou try it Soft 'tis, and warm. Has thy wit flown, Hear, how it throbs within, lays his hand on her heart 'Tis all thine own, Ah, 'tis thine only,