AUFIDIO Signor, ai cenni tuoi Il Senato fia pronto. Egli fra poco T'ascolterà. D'elette squadre intorno Numerosa corona Ad arte io disporrò.
SILLA L'amico Cinna Non ignori l'arcano. Il suo soccorso È necessario all'opra. Ah che me stesso Più non ritrovo in me! Dov' io mi volga Della crudel l'immagine gradita Mi dipinge il pensier. Mi suona ognora Il caro nome suo fra i labbri miei, E tutto parla a questo cor di lei.
AUFIDIO Io già ti vedo al colmo Di tua felicità. Della possanza Usa, che 'l ciel ti diè. Roma, il Senato, E ogn' anima orgogliosa or che lo puoi Fa, che pieghin la fronte a' piedi tuoi.
parte
SILLA Ah sì, di civil sangue Innonderò le vie, se Roma altera Alle brame di Silla, oggi s'oppone; Ho nel braccio, ho nel cor la mia ragione. Giunia?... Qual vista! In sì bel volto io scuso La debolezza mia ... Ma tanti oltraggi? Ah che in vederla, oh Dei! Il dittatore offeso io più non sono; De' suoi sprezzi mi scordo, e le perdono.