Casta Diva...Ah! bello a me ritorna (from Bellini's Norma) - from the 1917 Pathé record, not from the 1920 Vocalion
(3:23) Ernani!...Ernani, involami (from Verdi's Ernani) - 1929
(5:56) Un bel dì vedremo (from Puccini's Madame Butterfly) - 1924
Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo
sull'estremo confin del mare.
E poi la nave appare.
Poi la nave bianca
entra nel porto,
romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro. Io no.
Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto,
e aspetto gran tempo
e non mi pesa,
la lunga attesa.
E uscito dalla folla cittadina,
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia
e un po' per non morire
al primo incontro;
ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
"Piccina mogliettina,
olezzo di verbena"
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà,
te lo prometto.
Tienti la tua paura,
io con sicura fede l'aspetto.
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Ricordiamo che la Raisa discende dalla scuola del belcanto rossiniano attraverso la maestra Barbara Marchisio, di cui fu allieva anche la celebre Toti Dal Monte. Due voci dal diverso carattere e diverso repertorio, accomunate però sotto il profilo tecnico dall'emissione chiara e limpida, e da una pronuncia piuttosto nitida. Se la Raisa, rispetto alla mitica compagna di studi, pur in possesso di voce di ben maggior peso difettava di piena saldezza e omogeneità nel settore grave e centro-grave, compensava però tale carenza con un settore acuto facilissimo, puro e cristallino, con una eccellente tecnica d'agilità ed un trillo granito, che alla Toti sempre mancò.
Pertanto queste arie di Bellini, Verdi e Puccini fungono da perfetto banco di prova per testare le multiformi capacità della cantante, belcantista per formazione tecnica (ma solo saltuariamente per repertorio), varia, intensa e drammatica per temperamento espressivo. La Raisa non era cantante perfetta, ascoltandola bisogna saper cogliere e apprezzare quelle frasi in cui la voce galleggia perfettamente sul fiato, e non disperare per alcune occasionali imperfezioni d'emissione, come le A che alcune volte si schiacciano in zona centrale, forse anche per malvezzo stilistico tipico dell'epoca verista.
Ma sono piccolezze, che probabilmente trovano quasi sempre giustificazione in una volontaria affettazione della pronuncia, secondo i canoni espressivi e stilistici del tempo. Si ammiri invece l'emissione libera e purissima degli acuti, dalla sonorità cristallina, e le discese repentine in zona grave, dove la voce non si allarga e resta chiara, tutta davanti, nitida, vera nella pronuncia. Lascia senza fiato poi la bellezza della "Casta Diva", che scivola leggera su un alito di fiato, fluida, facile, senza peso, perfetta nell'intonazione.
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Rosa Raisa (1893-1963) was a Polish-born, Italian-trained, Russian Jewish dramatic operatic soprano. In 1926 she created the role of Turandot at La Scala, Milan. In 1929, she was awarded the honor of opening the new Chicago Civic Opera House in a performance of Aida.
Raisa's relatively few recordings (from 1917-1933 for four different record companies, Pathé, Vocalion, Brunswick, and HMV) reveal a beautiful timbre and a florid technique rare in singers of her type. Her famous vocal power, almost always mentioned in reviews, can only be detected in a few of the recordings.
If you are interested, you can find more about this outstanding artist at
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D'amor sull'ali rosee - Rosa Raisa (1918):
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