PROCIDA ad Elena A terra, a terra, o figlia, Prostriamci innanzi a Dio!. Già veggo il ciel sorridere...
ELENA M'attende il fratel mio!
ARRIGO a Monforte mostrandogli Elena e Procida inginocchiati Pietà, pietà di loro, Sospendi il cenno, o qui con essi io moro!
MONFORTE con isdegno Tu reo, tu pur colpevole Audace assunto imprendi! E con qual diritto ai complici Intercessor ti rendi? Ma, benché ingrato, al figlio con tenerezza Tutto concedo e dono: Padre mi chiama, Arrigo, E ad essi e a te perdono!
ARRIGO O ciel!
MONFORTE Indarno un popolo mostrando la folla che è entrata nella fortezza Or mi cadrebbe al piè! Ah! dimmi alfin “mio padre!” E grazia avran da me!
ELENA ad Arrigo Ah! non lo dir e lasciami morire!
ARRIGO con accento di disperazione Ah! donna!...
ELENA Il tuo pentire Deh! sia costante almen!
MONFORTE con forza Chiamami padre, E grazia avrai da me!
ELENA Ah non lo dir! disprezza il suo perdono!
ARRIGO Che far! chi mi consiglia?
Il cancello a dritta s'apre: si vede la gran sala di giustizia, alla quale s'ascende per parecchi gradini, ed in cui si vedono quattro Penitenti in atto di preghiera ed alcuni Soldati con torce in mano. Sul primo gradino sta il Carnefice appoggiato alla sua scure.
Gettando un grido Ma che vegg'io?
MONFORTE con freddezza La scure Ha il carnefice in mano E attende il cenno mio!
ARRIGO Cenno crudel, ingiusto, iniquo cenno!
Due Penitenti discendono i gradini e vengono a prendere, l'uno Procida, l'altro Elena.
PROCIDA ai Penitenti Noi vi seguiam... a Elena A morte vieni!
ELENA A gloria!
ARRIGO O donna!... O mio terror!
CORO DI DONNE Ah! grazia, grazia!
CORO INTERNO De profundis!...
Il popolo, che è nel cortile della cittadella e dietro i Soldati, s'inginocchia e prega. Procida ed Elena preceduti dai due Penitenti si dirigono verso la gradinata. Arrigo si slancia verso Elena e vuol seguirla, ma è trattenuto da Monforte che si colloca tra loro.
PROCIDA, ELENA O mia Sicilia, addio!
Il Carnefice s'impadronisce di Elena; appena ella tocca la soglia della sala di giustizia, Arrigo getta un grido.
ARRIGO O padre, o padre mio!
English Libretto or Translation:
CHOIR indoor Deprofundis to you Clamavi, Domine!
PROCIDA to Elena On the ground, on the ground, or daughter, Let us prostrate before God !. Already I see the smile ...
ELENA My brother is waiting for me!
ARRIGO to Monforte showing him Elena and Procida kneeling Piety, pity of them, Suspend the gesture, or here with them I die!
MONFORTE with isdegno You guilty, you guilty Bold hired entrepreneurs! And with what right to the accomplices Intercessor you make? But, though ungrateful, to the son with tenderness All I grant and give: Father calls me, Arrigo, And they forgive you!
ARRIGO Or heaven!
MONFORTE A people are in vain showing the crowd that entered the fortress Or I would fall at the foot! Ah! tell me "my father!" And grace avran from me!
ELENA in Arrigo Ah! do not say it and let me die!
ARRIGO with an accent of despair Ah! woman!...
ELENA Your repent Deh! be constant almen!
MONFORTE with force Call me father, And grace you will have from me!
ELENA Ah, do not say it! he despises his forgiveness!
ARRIGO What to do! who advises me?
The starboard gate opens: you see the great hall of justice, which rises up several steps, and in which you see four penitents in prayer and some soldiers with torches in hand.On the first step is the Executioner leaning on his ax.
Throwing a cry But what am I seeing?
MONFORTE coldly The ax He has the executioner in his hand And wait for my sign!
ARRIGO Noddy cruel, unfair, iniquitous nod!
Two Penitents descend the steps and come to pick up, one Procida, the other Elena.
PROCIDA to the Penitents We follow you ... to Elena To death come!
ELENA To glory!
ARRIGO O woman! ... Or my terror!
CHORUS OF WOMEN Ah! grace, grace!
INTERNAL CHORUS De profundis! ...
The people, who are in the courtyard of the citadel and behind the Soldiers, kneels and prays.Procida and Elena, preceded by the two Penitents, head towards the steps.Arrigo rushes towards Elena and wants to follow her, but is held back by Monforte who is placed between them.
PROCIDA, ELENA Oh my Sicily, goodbye!
The Executioner takes possession of Elena;as soon as she touches the threshold of the hall of justice, Arrigo throws a cry.
ARRIGO O father, my father!
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